VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO nione di Italo più che a quella di un ufficiale superiore. Il fedelissimo Italo Rossignoli rimase per tutto il periodo di Fiume e nei primi tempi di Gardone al fianco del Comandante, esercitando una carica che a lungo andare aveva finito coll’ondeggiare tra quelle di maggiordomo e di attendente, di cameriere privato e di uomo di fiducia. E la sbrigò sempre con assoluta onestà e con una devozione che non potrei qualificare diversamente che di illimitata. Di tutti i domestici che d’Annunzio ebbe al suo servizio ho voluto tenere per ultimo uno dei primi, e « pour cause ». Si chiamava Isidoro Vittorelli. Gabriele d’Annunzio lo scoperse ad Albano (presso Roma) sul finire del 1896 (durante una delle sue frequenti gite al celebre lago omonimo) in un alberghetto: l’Albergo della Posta, chiamato nel paese, certo in onore del Poeta, che l’aveva eternato nel romanzo, l’Albergo del «Trionfo della Morte » (1). Isidoro, che era un lettore appassionato delle opere di d’Annunzio e un fioritissimo parlatore, scongiurò il Maestro di volerlo prendere al suo servizio personale; e d’Annunzio che ne aveva specialmente apprezzato la delicatezza e la discrezione (le gite e i soggiorni del Poeta al lago d’Albano erano sempre stati di tal natura da permettergli un giudizio sicuro in materia) lo prese con sé e, dopo alcuni mesi di servizio, durante i quali ebbe campo di confermare le sue ottime qualità, lo condusse con sé a Parigi. D’Annunzio vi si recava per seguire le recite della « Città Morta » interpretata da Sarah Bernhardt nel suo teatro nonché la contemporanea pubblicazione del « Piacere » (1) Insieme ad Isidoro, sul Lago d’Albano, v’era anche Pancrazio, altro cameriere al quale d’Annunzio decretò, per ragioni certo personali, l’immortalità, regalandogli una copia del « Trionfo della Morte *, con la dedica: « Al mio immortale Pancrazio - Luglio 1900 - Gabriele d'Annunzio. *