490 VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO vedendo che il Poeta non accennava a tornare in Italia, andò a fargli visita ad Arcachon. Non assistetti al loro incontro, né ai loro colloqui, poiché in quel momento mi trovavo a Parigi per affari del Poeta. Seppi solo al mio ritorno nelle Lande, dalla bocca stessa di d’Annunzio, che la progettata collaborazione « aveva fatto naufragio » (cosi si espresse il Poeta) « in un bicchiere di vecchissimo “Sauterne” ». Un divertente episodio gastronomico! Ecco tutto quel che rimase nella memoria di d’Annunzio di quel progetto artistico. Cosi egli me lo raccontò: « Trovandomi a Bordeaux con Puccini e conoscendo le sue doti di raffinatissimo “gourmand", lo condussi al famoso “Restaurant du Chapon Fui”. «Il “menu” comprendeva ma straordinaria selvaggina, con relativa insalata ancor più straordinaria. 1« Siccome, dopo aver gustato una divina beccaccia presentata in un celebre sugo, specialità della Casa, facevo le viste di voler bere del “Sauterne” vecchissimo che il padrone aveva fatto salire dalla cantina in nostro onore, il Direttore si avvicinò a me con la più grande deferenza e, arrestando il gesto della mia mano, mi mormorò all’orecchio: “Maître, daignez d’attendre un instant”. E mi presentò religiosamente un pezzettino di “Chester «Con aria sottomessa lo gustai. “'Voilà, Maître”, mi disse il Direttore: “maintenant vous pouvez boire”. « Puccini sorrideva estasiato davanti a tanta impreveduta raffinatezza. « E la nostra conversazione passò automaticamente dall’arte musicale a quella culinaria; e della collaborazione non si parlò più ». Il pubblico evitò cosi di udire, secondo ogni probabilità (questo lo aggiungo io), una buona opera di Puccini su un magnifico libretto di d’Annunzio.