374 VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO Contrariamente a quanto avevo diritto di supporre, conoscendo il carattere di d’Annunzio e l’avvenenza dell’attrice, la relazione fra il Poeta e l’originale mima, caccia-trice di leoni, fu impostata e rimase in un ambito stretta-mente artistico. D’Annunzio allora non mi disse se fra loro fosse stato deciso qualche cosa circa quel « San Sebastiano » che indirettamente aveva determinata la loro conoscenza; né io glie 10 chiesi. Ma che l’idea e il proposito persistessero in lui, mi risultò da una prova indiretta : dal vero « saccheggio » che, accompagnato da me, egli esegui (in tutte le botteghe di stampe e di fotografie artistiche di Parigi) di tutti i quadri d’ogni epoca e scuola riproducenti il Santo in tutte le pose e le attitudini possibili e immaginabili. Nel frattempo il Poeta e la mima s’erano rivisti qualche volta, e certamente avevano parlato del loro progetto. Egli però non ne fece mai cenno. Circa venti giorni dopo, come racconto in un altro capitolo, egli partiva per Arcachon; ma prima di partire prometteva solennemente, non a Madame Rubinstein come i miei lettori avrebbero il diritto di credere, ma invece a Madame Simone ex attrice della « Comédie» e moglie di Le Bargy, 11 celebre « sociétaire » dello stesso Teatro Francese, un dramma intitolato « La Hache », che Madame Simone avrebbe dovuto naturalmente interpretare. Malgrado la mia indiscutibile conoscenza della mentalità dannunziana, la cosa, quando la riseppi, mi stupì, sembrandomi troppo contraddittoria col progetto del « San Sebastiano »; e più ancora rimasi perplesso quando qualcuno dell’ « entourage » di Madame Simone mi raccontò di essere stato presente ad un recentissimo colloquio fra l’attrice e d’Annunzio, durante il quale quest’ultimo aveva raccontato il soggetto del nuovo dramma con tale precisione, con tale lusso di particolari sui personaggi e sulle scene, da lasciar supporre a chiunque che «La Hache », se non proprio sulla carta, fosse scritta completamente nel suo cervello.