L’UOMO MORALE E... IMMORALE 51 pevole di tradimento amicale e gli scrive e gli telegrafa « ab irato » parole atroci e durissime. Per creare in lui un’opinione errata su una persona (anche se la conosce e la stima da anni) basta la più tenue delle insinuazioni; per distruggerla occorrono mesi di tempo e fior di documenti e di testimonianze a discolpa. Convintosi finalmente dell’errore, sorge allora nel suo animo il rimorso di aver ferito ingiustamente l’amico o il fedele. E allora (strana complessità del suo carattere), da quel giorno, evita di incontrarlo perché non sa più come scusarsi, cosi come, prima, lo evitava perché lo riteneva infido. Questi singolari e ingiustificati ostracismi, dovuti il più delle volte ad un semplice equivoco, possono durare dei mesi e talvolta degli anni. Poi, un bel giorno, il caso lo mette a faccia a faccia con la povera vittima di quell’«errore giudiziario». Allora l’abbraccia ed ha tutta l’aria di perdonare un delitto che l’altro in realtà non s’è mai sognato di commettere. La sua prodigiosa ed implacabile memoria gli fa trovare imperdonabili anche mancanze lievissime. Quando vivevo con lui nelle Lande francesi, mi mandava spesso a Parigi perché gli procurassi mille cose che gli oc-li correvano: volumi rari, oggetti, documenti artistici, no- ■ tizie letterarie o mondane, indirizzi di persone. Me ne espose; neva a voce una lista interminabile ed io cautamente ne M redigevo la nota. Al ritorno mi accadeva talvolta, su centi-li, naia di cose, di averne dimenticata una insignificantis-m siina; per esempio, un bastoncino di ceralacca, un catalogo, || l’indirizzo di un tizio qualunque. Ebbene, potevo essere ■ certo che, dopo una sommaria visita alle mie valige e dopo ||un ancor più sommario interrogatorio, egli m’avrebbe det-| to: « E la tal cosa? Dov’è? Te ne sarai “naturalmente” di-® menticato ! ».