638 VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO « Mentirei se vi dicessi che il mio cuore era perfettamente tranquillo nell’istante in cui, tutta sola, in un giorno d’aprile del 1905, giunsi al temuto cancello della Cappon-cina dove le due ammonitrici iscrizioni, il “Cave ca-nem” del pilastro di sinistra e sopratutto l’“ac Dominum” di quello di destra (1), non erano certo fatte per infondermi coraggio o, per lo meno, per favorire in me la desiderata tranquillità di spirito. Ma, con uguale franchezza, posso affermarvi che, se da un lato prevedevo da parte del temibile padrone della misteriosa dimora l’eventualità d’un assalto amoroso in piena regola e dovuta forma, quale i pettegolezzi mondani ed alcune confidenze ricevute mi facevano immaginare (il Poeta, inoltre, m’aveva scritto: « Vi attenderò sola ») ero d’altra parte assolutamente sicura di possedere la qualità necessarie per sventarlo e per cavarmela se non proprio con l’onore delle armi, almeno, come dite voi italiani, per il rotto della cuffia. Mi sapevo, se non proprio bella, graziosa e desiderabile, e non avevo tralasciato nulla, lo confesso candidamente, per essere più che mai tale. « La bellezza è spesso per una donna (benché taluni ritengano il contrario) un elemento di difesa più che una fonte di debolezza, poiché, per tutti gli uomini di buon gusto che danno agli elementi estetici una parte preponderante, essa allontana sovente, quando non li impedisca del tutto, quei gesti e quelle attitudini che fatalmente tenderebbero a diminuirne o a sopprimerne l’incanto. « Descrivervi il mio preciso stato d’animo di quel momento è assai difficile. « Mille diversi pensieri, mille considerazioni lo turbavano e Io rendevano ondeggiante. «Avevo molta fiducia in me stessa, resa ancor più fidente dalle esperienze della vita, ed insieme una ansietà in- (1) L’ignota dimentica che sopra alla catenella del campanello v’era una terza iscrizione non meno preoccupante e ammonitrice: « Noli me tangere ».