59« VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO come un poeta pornografico « che della sua corruzione si compiace e si gloria, e che rappresenta in tal modo un pericolo per l’avvenire della Patria ». La prima prova di corruzione e il pericolo per la Patria sarebbero stati, caso mai (almeno mi pare), l’evitare di aver bambini; mentre invece ci troviamo in presenza di un marito che sembra voler concorrere, con un anticipo di qua-rant’anni, ai premi che il Duce istituirà nel 1927 per le famiglie italiane più numerose. Non solo: al primo bambino che gli nasce, d’Annunzio è tanto fiero e giubilante, che scrive ad un amico: « Caro Vittorio, tu hai mille ragioni e ti permetto di dire di me tutto il male possibile; ti permetto perfino di usare il verbo sdegnarsi! « Ma concedimi almeno le attenuanti. La tua prima lettera mi giunse quando io era fra le trepidazioni dell’avvenimento imminente e le preoccupazioni di una novella da terminare. Il tuo memento mi giunse mentre io da buon padre somministravo al figliuolo mio strillante - belante - miagolante - piagnucolante - grugnente, un cucchiaino di malva tepida. « Con tutta la buona volontà, in nessuno dei due casi ebbi il tempo di prendere la penna. « Sei placato, 0 feroce? «Dunque io ho un bimbo, un maschio, un bel maschio con due sterminati occhi azzurrognoli e con cinque capelli biondicci. È una cosa molle, rosea, calda, palpitante, che a volte si muove tutta ed ha delli annaspamenti di ragno, delle graziette di scimmia giovine, delli accenti talora bestiali, talora sovrumani. Oh, la paternità! « A lui ho messo nome Mario perché mi sarebbe parsa una posa mettergli un nome ricercato. Bellerofonte ti sarebbe piaciuto? 0 Draghignazzo, 0 Torobabele? » E non solo la sua simpatia per i bimbi si manifesta per il suo. Perché, qualche anno innanzi, trovandosi ospite dal pittore Michetti a Francavilla, durante un’assenza di quest’ultimo, cosi gli scriveva a proposito del suo figlio, il piccolo Giorgio Michetti: