4* VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO Egli che facilmente avrebbe potuto contestare le calunnie, rettificare gli errori di giudizio, controbattere le ingiurie, ha preferito rispondere ai suoi nemici e detrattori con tre soli argomenti: La sua opera formidabile, il suo disprezzo costante, e una salute di ferro. Bellissimi argomenti tutti e tre, ma che come contribuzione allo studio del suo carattere e del suo temperamento servono assai relativamente. Quali siano le qualità di d’Annunzio e quali i suoi reali difetti e le sue manchevolezze è sempre rimasto un mistero per i più. Malgrado abbia sovente espresso il proposito di scrivere un giorno le proprie confessioni, d’Annunzio, di sé, poco ha parlato e quasi nulla ha pubblicato. Qualche volta nelle « Faville del maglio » si compiace di introspezioni acute del proprio « io »; ma si tratta di casi isolati. Oserei quasi dire che l’analisi più riassuntiva e sincera ch’egli abbia fatto del suo carattere e del suo temperamento, è ancora quella contenuta nella lettera da lui diretta a Cesare Fontana, il 20 maggio del 1879, vale a dire quando aveva 16 anni. Ecco come egli fa di se stesso lo « schizzo psichico » (cosi lo chiama) : « Mi sta fitto nel cuore un desiderio smodato di sapere e di gloria, che spesso mi mette addosso ma melanconia cupa e tormentosa e mi sforza al pianto: sono insofferente di qualsiasi giogo: pronto all’ira e alle offese quanto al perdono; leale e sprezzatore acerrimo dei vili; avverso per lo più a tutto quel che fa il mondo; amatore ardente dell'Arte mova e delle donne belle; singolarissimo ne’ gusti; tenacissimo nelle opinioni; schietto fino alla durezza; prodigo fino allo sciupio; entusiasta fino alla follia... ». Ebbene, salvo l’affermazione d’essere « tenacissimo nelle opinioni » che mi sembra rispondere poco alla realtà, il resto non potrebbe essere più esatto. Si direbbe un « curriculum vitae » morale, tracciato in anticipo. Quanto alle affermazioni poi dei terzi sull’essenza urna-