D’ANNUNZIO e I SUOI COLLABORATORI 497 imposti e guidati da lui; divennero quindi, per forza di cose, dei veri e propri collaboratori. Come decoratori delle sue successive opere, d’Annunzio ne ebbe moltissimi, taluni celebri, altri poco noti. Una delle sue opere di poesia, l’«Isaotta Guttadauro » (nella edizione di lusso), fu decorata e illustrata nientemeno che da nove artisti, fra i quali Marius de Maria, Giuseppe Cellini, e Aristide Sartorio. L’ « Intermezzo di rime » si ornò, nella sua testata, di un disegno di Francesco Paolo Michetti. Il libretto della « Parisina » contiene quattro disegni a colori di Previati; Marussig, O. F. Chiesa, Lorenzo Viani illustrarono e decorarono altre opere del Poeta. Ma, fra tutti, colui che ha il posto più importante nella decorazione delle opere di d’Annunzio, è indubbiamente Adolfo de Carolis, « primus inter pares » (i). Per più di vent’anni egli fu il decoratore ufficiale e « at-titré » delle opere dannunziane, l’unico che in fondo diede intera e completa soddisfazione al Poeta, al quale fu sempre legato, oltreché da una mutua comprensione artistica, anche da un’attiva e feconda amicizia. Anche quando d’Annunzio credette di potersene emancipare fini per ritornare invariabilmente a lui. Fatta eccezione dei decoratori occasionali, quasi tutti i poemi di d’Annunzio e molte sue opere in prosa apparvero nelle loro successive edizioni, di lusso o meno, con fregi, testate e disegni di Adolfo de Carolis, tutti invariabilmente di stile cinquecentesco. Quando nella primavera del 1921, agli albori del progetto dell’« Opera Omnia», si pensò all’eventuale decoratore, d’Annunzio indicò subito De Carolis. Ma i caratteri (1) Furono decorati da lui: « Francesca da Rimini », « Figlia di Jorio, » « Fiaccola sotto il moggio », « Elettra », « Elegie romane», «Laus vitae », « Fedra », « Resurrezione del Centauro », « Italia o morte », « Contro uno e contro tutti », «L’Ala d’Italia è liberata», «Notturno», « Italia e vita », ecc. 3*-