546 VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO Un altro suo atto politico ebbe luogo nel maggio del 1920, cioè quando avvenne il convegno di Pallanza, forse il più idiota che sia stato tenuto dagli ex alleati, tra gli altri cento convegni e conferenze che lo precedettero e lo seguirono, nel dopoguerra. Lo scopo di questa riunione lacustre, ingloriosa antenata di quella di Locamo, era di raggiungere un accomodamento amichevole e diretto fra gli interessati (italiani e jugoslavi) su tutte le questioni adriatiche, compresa quella di Fiume. Come si vede: una cosa da nulla! La città di Fiume, militarmente occupata da d’Annun-zio da molti mesi, non era stata invitata a partecipare al colloquio forse perché, secondo i partecipanti, un simile fatto non la riguardava! D’Annunzio mi inviò a Pallanza come osservatore e come latore di una lettera al generale Pietro Badoglio, designato dal Governo come rappresentante militare della delegazione italiana. La lettera era accompagnata dalle seguenti parole d’introduzione: « Mio Generale, « Ho affidato al mio segretario Tomaso Antongini una lettera per lei “riservatissima”. « Le sarò grato se vorrà riceverlo perché egli possa rimettere la lettera nelle sue mani. « Il suo devoto « Gabriele d Annunzio. « Fiume d’Italia, 8 maggio 1920». A Pallanza trovai un ambiente curioso. All’Hôtel Métropole alloggiavano i primi scaglioni della delegazione italiana in attesa di Badoglio, circondati da numerosi corrispondenti della stampa italiana; all’ Hôtel Eden era installata la delegazione jugoslava al completo e qualche corrispondente estero e italiano.