DA CASA DI CAMPAGNA IN VITTORIALE 799 d) Sempre al secondo piano ed in una ala di nuova costruzione si trova la nuova e grande stanza da pranzo in lacca rossa alla quale ho già accennato. Cosi come le decorazioni esterne aggiunte da d’Annunzio e l’ala nuovamente costrutta modificarono l’aspetto della antica preesistente villa di Cargnacco, anche nel giardino (che pure ha conservato intatto il suo disegno generale) i mutamenti, gli abbellimenti e le migliaia di rose aggiunte dal nuovo proprietario creano aspetti nuovi. Come decorò meravigliosamente la casa, cosi il Poeta, coll’aiuto del fedele architetto Maroni, seppe decorare riccamente il giardino, ove lapidi, statue, erme, antenne e colonne simboliche si ergono fra gli antichi e severi cipressi e gli alberi di magnolie, i filari di aranci, e le piante d’alloro. Due sono le cose più imprevedute e sorprendenti che il giardino offre al visitatore. La prima, un piccolo recinto chiuso da un circolo di sedili di pietra (i), che si direbbe preparato per una cerimonia druidica, adorno di colonne votive tempestate di motti e di leggende, e ricordanti le ventisette vittorie della Grande Guerra (2). È l’Arengo, il cuore del Vittoriale, il recinto sacro al quale si accede attraverso un piccolo arco in pietra sul cui frontone sta scritto: « Rosam cape, spinas cave ! » Nell’Arengo d’Annunzio compiva le sue cerimonie e le sue celebrazioni patriottiche, circondato dai suoi fedeli (3). La seconda favolosa visione per il visitatore è costituita (1) A pochi passi dall’Arengo, vi sono altri sedili di pietra che d’An-nunzio dichiara riservati ai maldicenti. (2) V’è una colonna dedicata allo Stato libero d’Irlanda. Essa porta la scritta gaelica « Eireann Abu » (Viva l’Irlanda). (3) Le Cerimonie avevano luogo, per solito, di notte, alla luce delle torcie.