L’UOMO MORALE E... IMMORALE 41 5. Tutte le donne alle quali è stato presentato e che non ha immediatamente corteggiato. 6. Gli uomini ammogliati, perché leggendo alcuni suoi libri hanno veduto in lui uno zelatore dell’adulterio. 7. Gli scapoli, perché con i suoi libri ha reso le donne complicate ed esigenti in amore. 8. Gli antichi creditori, perché li ha pagati in ritardo. 9. I debitori, perché per tradizione debbono odiare il loro creditore. 10. Tutti coloro ai quali, durante tutta la sua vita letteraria militante, non è stato in grado di concedere degli autografi o anche di apporre la semplice firma su di una cartolina. Si tratta dunque, nella più modesta ipotesi, di qualche decina di milioni, di nemici (tra ignoti e conosciuti). Stabilita cosi la sua grandezza in modo indiscutibile, passiamo al censimento dei suoi amici, o almeno degli esseri sulla cui devozione egli può contare. 1. I suoi cani e i suoi cavalli. 2. Una dozzina di amici fidati. 3. I suoi domestici, tanto quelli in carica quanto quelli perduti lungo la strada. 4. Qualche migliaio di fanatici (legionari o ammiratori). Constatato in tal modo lo squilibrio fra il numero dei nemici e quello degli amici del letterato non sembrerà strano a nessuno che, nella sua lunga ed avventurosa esistenza, d’Annunzio sia stato accusato a volta a volta di poligamia, di furto, di adulterio, di plagio, di vizii occulti, di simonia, d’assassinio ed anche di antropofagia, come si potrà vedere in un altro capitolo; che si sia detto e ripetuto fino alla nausea che d’Annunzio è un amorale, che si fa mantenere dalle donne, che si compiace della distruzione delle famiglie, che tradisce gli amici e i fedeli, che rinnega i figli, e che, in fatto di vizi e di pervertimenti, non ha nulla da invidiare al defunto imperatore Eliogabalo.