INVENZIONI, MANIE E SUPERSTIZIONI 297 egli avverti i familiari e gli amici e conoscenti che sarebbe morto il 17 aprile dell’anno allora in corso (1908) e aggiunse che l’evento era inevitabile giacché glielo aveva predetto una fattucchiera fiorentina celebre per aver fatto, anni prima, una analoga predizione per il conte Costa Reghini, predizione che disgraziatamente si era avverata ( 1 ). Come se volesse favorire il tragico evento, la mattina del 17 aprile d’Annunzio usci di casa a cavallo e scelse una cavalla abitualmente ombrosa: Undulna, che già gli aveva giocato un brutto tiro. Cavalcò fino a Forte dei Marmi, e giuntovi, spinse la cavalla fra i massi di marmo delle cave; massi, la cui vista aveva imbizzarrito l’animale altre volte. Undulna si mantenne calmissima. Al ritorno della passeggiata, percorrendo un’altra strada, il cavaliere si imbattè in una sagra campagnola con orchestre meccaniche, giostre, serraglio di belve, tiri a segno, ecc. Egli fece passeggiare la cavalla fra le baracche ma, malgrado le musiche infernali, il vociare dei banditori, gli urli delle belve, Undulna rimase impassibile. D’Annunzio si decise allora a rientrare, e dopo aver pranzato, chiusosi nella sua stanza da letto, pose la rivoltella sul tavolo e si mise a meditare. Ma nessun impulso lo spinse ad afferrar l’arma. « Mai m’ero sentito ''''meno suicida'’'' che quel giorno d dice lui quando rievoca il fatto. Scoccata la mezzanotte, ritenne esaurito il suo compito verso il destino, e tranquillamente se ne andò a letto. E non fu la sola volta che egli si diverti a propalar tali funebri presagi. Infatti qualche anno prima, mentre era costretto a letto, con un occhio bendato per una ferita prodottagli da una palla di neve lanciatagli per gioco da una bella nipote di Lady Hamilton, dichiarò solennemente che sapeva di dover morire tra il 1905 e il 1906. (1) La fattucchiera aveva predetto la morte a! conte Costa Reghini per un determinato anno, mese e giorno. In realtà il conte si uccise due giorni prima della data indicata dalla fattucchiera. Il fatto fu allora assai commentato.