2 LA CULLA DEL REGNO SERBO nei momenti della disperazione, quando le orde dei pascià mettevano a ferro e fuoco i loro paesi, trovaroiio un asilo in quelle inaccessibili monta- gne, che un geniale poeta chiamò un mare in orribile tempesta pietrificato; durante quattro se- coli di lotte terribili, nelle quali più di una volta parve sommersa per sempre ogni speranza di ri- scatto, fu lì fra le roccie della Montagna Nera che si mantenne viva la scintilla della patria e della religione. Le innumerevoli armate che più volte mandò contro i montenegrini il sultano di Costantino- poli non riuscirono mai a domare questo pu- gno di eroi. Talvolta dinanzi all’irronipere del nemico in grandi eserciti, essi furono costretti ad abbandonare quasi tutto il loro paese, ma sulle cime della Catunscia, dove i rocciosi dirupi offri- vano agli oppressi una naturale difesa, ha sempre sventolato bella e gloriosa la bandiera della indi- pendenza aspettando tempi migliori. Quando le selvaggie orde mussulmane si riti- ravano per andare a saccheggiare altri paesi, i montenegrini scendevano dalle loro montagne, rialzavano le loro capanne e le loro chiese, pronti sempre a disputare la loro terra palmo a palmo appena il turco si ripresentasse, per rifug^iarsi di nuovo fra i dirupi, se la sorte delle armi era loro eontraria.