d’annunzio e la famiglia 609 briellino volle divenire attore di teatro e, colla sua ostinazione, vi riusci. Recitò in varie Compagnie italiane, fra le migliori, sotto lo pseudonimo di « Steno » e, se non divenne un Novelli o uno Zacconi, non fu però un attore di quelli che passano inosservati. Di questa carriera teatrale, che peraltro fu breve, non ricordo che un aneddoto scherzoso. Quando Gabriellino interpretò la parte di 4 Simonetto * nella « Fiaccola sotto il moggio », a Milano (dove quel dramma fu allora accolto dal pubblico con un giudizio molto contrastato), il padre incontratolo in un corridoio del teatro, a rappresentazione finita, gli tese le braccia e gli disse: « Vieni fra le mie braccia, parricida! ». In seguito Gabriellino abbandonò la carriera teatrale e, dotato com’è di un elevato senso artistico, si occupò come regista presso grandi Case cinematografiche italiane (1). Di lui, in questa sua nuova qualità, è da ricordare la messinscena della « Nave » che segnò per l’epoca in cui fu eseguita un notevole passo in avanti dell’arte cinematografica. Di figlie, il Poeta non ebbe che Renata, che fu il frutto di un lungo suo amore giovanile con una gentildonna napoletana. Q,uesta figlia adorò sempre il padre e non lo dimenticò un istante neppure durante il lungo periodo che passò al R. Conservatorio di Poggio Imperiale, a Firenze. Da lontano gli scriveva frequentemente. Le lettere, fitte d’una scritturina da saggia educanda, parlavano al papà lontano della sua vita di piccola prigioniera anelante alla libertà: « Mio Papaletto adorato, « ho cercato di diventar buona e forte per poterti aiutare. ( 1 ) Gabriellino fu anche valoroso aviatore nella Squadriglia di S. Marco comandata dal padre, al Lido di Venezia, durante la guerra. 39-