VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO mandato ai posteli ie sue lettere, come la famosa monaca. Del « Serraglio », malgrado il nome fatidico della villa, egli fu un Sultano austero; non amò nessuna e non scrisse nulla, per tutto il periodo (più d’un anno e mezzo) in cui la possedette; e si limitò a... cogliervi delle rose. Coll’abbandono definitivo della famosa Villa della « Cap-poncina » che ha luogo nel 1910, si può dire che finisca il d’Annunzio della prima maniera e incominci un d’Annunzio nuovo. Agli italiani questo non è sfuggito; se ne sono tanto accorti che, benché il Poeta nella sua vita abbia mutato spessissimo di dimore, le abbia a sue spese abbellite, arricchite e modificate tutte secondo riti e procedimenti sempre identici, dei quali parleremo più innanzi, e benché alcune di queste successive case siano state celebrate dal pettegolezzo mondiale, forse altrettanto quanto la « Capponcina », questa sola e non le precedenti e le successive, è stata, prima del « Vittoriale », considerata come la vera ed unica casa di Gabriele d’Annunzio. Essa fa infatti la «casa-tipo »del Poeta, la «domus aurea » dell’esteta e del superuomo, dell’adoratore di sensazioni, del « Des Esseintes » ( 1 ), per dirla solo con un nome, di quel lungo periodo che comincia timidamente col d’Annunzio di Roma, del 1890, e si spegne al primo squillo della guerra mondiale. Le altre case da lui abitate non furono che copie talvolta pallide, talvolta fastose della « Capponcina », salvo naturalmente le aggiunte apportate, dopo il 1915, dagli elementi decorativi guerreschi e fiumani che tanta parte ebbero nella vita e nella psiche del d’Annunzio di questi ultimi anni; cioè: bandiere, gagliardetti, pugnali, proclami, medaglie, fucili, mitragliatrici, eliche di velivoli, (1 Celebre protagonista del volume « Huysmans »: « A rebours ».