12 VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO (seguendo in ciò una opinione popolare abruzzese) alle bugie che spessissimo raccontò alle donne nella sua lunga e svariata vita amorosa. Il cranio di d’Annunzio è, come forma, un cranio perfetto di dolicocefalo. Rari capelli di una tinta castana scura naturale ne interrompono la liscia e lucida nudità all’altezza dell’orecchio, nudità che, al sommo del capo, dai quarantacinque anni in poi, è divenuta assoluta e completa. Di questa sua precoce calvizie, al contrario di Giulio Cesare e di Domiziano (i), egli non si è mai rammaricato. Infatti, ad una signora francese che impertinentemente gli chiese un giorno la sua opinione in proposito egli rispose: « Madame, la beante future sera ckauve! ». Sul suo cranio, che egli, in una sua lettera ad Emma Gramatica, ha chiamato: « il mio cranio sovraumano », sono ben visibili le cosi dette suture craniche, da lui, nel « Libro Segreto », qualificate semplicemente: stupende. Di questa particolarità, che afferma rarissima, il Poeta è molto orgoglioso. Tanto, che in un suo volume osa scrivere, senz’ombra di ironia: « Un levriero o un cavallo di corsa ben allevati, le gambe di Ida Rubinstein, il corpo di un vero ardito reduce dai guadi del Piave, le modellature e commettiture del mio politissimo cranio, per esempio, sono le quattro più espressive bellezze del mondo ». Altre volte, del suo cranio, egli è il primo a scherzare. Avendogli mia figlia scritto che per guarire dal raffreddore doveva fasciarsi la testa con un panno di lana, prima di coricarsi, le telegrafò qualche giorno dopo: « Sono guarito e per eccesso di miracolo il cranio mi si è ricoperto di ridicoli irsuti capelli. Le vecchie corone di alloro non sono più servibili. Mandatemene una di zinco dipinto del diametro di cinquantatrè centimetri. » Una piccola cicatrice di circa cinque centimetri di lun- (l) « Calvitio ita offendebatur ut in contumeliam suam traheret si cui alii joco vel jurgio objectaretur * (Svetonio).