436 VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO « Villa delle Tempeste », intorno alla quale oltre al Tirreno cominciava anche a mugghiare il proprietario troppo irregolarmente pagato. Gli eventi costringevano quindi il Poeta a prendere una decisione. Ma agli eventi che sono una cosa astratta, venne ad aggiungersi una cosa concreta : Donatella non aveva che un sogno: portarsi d’Annunzio a Parigi con lei, e sradicarlo da tutte le noie e sopratutto da tutti i precedenti ricordi amorosi italiani. E il Poeta finalmente si decise, tanto più volentieri in quanto la traduzione in francese del « Forse che si forse che no », eseguita come ho detto dalla stessa Donatella e riveduta dallo scrittore francese Charles Mùller, suo conoscente e camerata, era ormai pronta, e l’editore Calmann Lévy più che mai impaziente di darla alle stampe. L’illusa Donatella che sognava di guidare il Poeta nell’inferno parigino cosi come Virgilio aveva guidato Dante, dovette ben presto accorgersi d’essersi grossolanamente sbagliata. Gabriele d’Annunzio non era stato mai uomo d’aver bisogno d’arrivare in un porto con una guida, e tanto meno ne aveva bisogno trattandosi di Parigi, che già conosceva bene e dove, non appena vi fu giunto, com’era prevedibile, cento mani, una più bianca ed affusolata dell’altra, si tesero verso di lui per condurlo per tutti i sentieri e i viottoli della perdizione mondana. L’inferno vero cominciò invece per la disgraziata amica ufficiale, che passava da crisi di furibonda gelosia a crisi di inconsolabile disperazione. Ho raccontato in un altro capitolo la vita del Poeta a Parigi durante il primo periodo del suo auto-esilio. Il lettore non ha che a innestare a quel racconto l’amore disperato della povera Donatella, per comprendere come e quanto ella debba aver sofferto non solo sentimentalmente ma nel suo amor proprio di donna, non dico ferito