90 VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO nella villa di Cargnaceo; si direbbe che è stufa e che lo ha definivamente abbandonato. Ma non è cosi! Non appena, dopo circa un anno, col pieno consenso del Governo italiano, egli acquista e paga, coi danari che i suoi diritti d’autore gli hanno accumulato, la villa destinata a divenire un giorno il Vittoriale, ecco che la Leggenda fa di nuovo capolino, stanca di rimanere a bocca chiusa. Questa volta si presenta in costume danese e quindi è tragica come Amleto. Esaminiamo il fatto che l’ha rianimata: La casa di Cargnacco era proprietà del professor Thode, il quale in prime nozze aveva sposato la figlia di Cosima Wagner e in seconde nozze una signora danese. Durante la guerra, la casa, appartenendo ad un suddito tedesco (il Thode), era stata posta sotto sequestro. Nel frattempo il Thode moriva e la casa passava in proprietà alla moglie. Ma, come proprietà di ex nemici, veniva messa in vendita e d’Annunzio, che già l’abitava, se ne rendeva acquirente con regolare contratto e previo regolare inventario. Come si vede il fatto era normalissimo, legalissimo e banalissimo. Ma come avrebbe potuto tollerare la Leggenda che un fatto riferentesi a d’Annunzio fosse normale? La cosa non poteva quindi, né doveva, passar liscia. Ed ecco la versione che Dama Leggenda si affretta a comunicare al mondo intero con la piena approvazione, naturalmente, della vedova Thode: « Quel filibustiere famoso che ha nome d’Annunzio, valendosi di occulte influenze, non solo si è stabilito arbitrariamente nella villa di una povera vedova straniera, ma, non contento di ciò ed aiutato dal complice Governo italiano, che trema ogni volta che d’Annunzio alza la voce, ha inoltre acquistata quella casa, a prezzo derisorio, s’intende, mettendo cosi sul lastrico una supplice vedovella che avrebbe intenerito non solo l’ottimo imperatore Traiano ma anche il pili efferato dei tiranni ». La verità è che invece la signora Thode, fino aH’ultimo¡