D’ANNUNZIO E LA FAMIGLIA 6x5 no cullato, accarezzato e consolato, va certo il suo pensiero, quando nel « Trionfo della Morte » scrive: «...E quando la madre tornò verso di lui e gli sedette accanto, egli si volse, sisollevò un poco dai guanciali; le prese una mano, tentò di coprire il turbamento con un sorriso. Fingendo di guardare la pietra lavorata d’un anello, egli esaminava quella mano lunga e scarna che aveva dal complesso di tutte le particolarità una espressione straordinariamente viva e che dava a lui col contatto dell'epidermide una sensazione non somigliante ad alcun'altra. » Nello stesso libro, nel capitolo intitolato « Casa Paterna » gli accenni alla madre (fatti dal protagonista Giorgio Auri-spa) sono, per i tre quarti, applicabili a d’Annunzio ed a sua madre. I riferimenti sono innumerevoli: mi limito a citarne alcuni. « Dimmi: che hai, che hai, figlio mio? « Oh, era quella la voce cara, la voce unica, indimenticabile che mi toccava il fondo dell’anima: era quella la voce di consolazione, di perdono, di consiglio, di infinita bontà ch’egli aveva ascoltato ne’ giorni suoi piti oscuri: era quella, era quella! Egli riconosceva alfine la tenera creatura d’un tempo, l’adorata. » « Egli la stringeva fra le braccia, singhiozzando, bagnandola delle sue lacrime calde, baciandola su le guancie, su gli occhi, su la fronte, smarritamente. «Povera mamma mia! » « Come aveva egli un tempo conosciuta dolce la madre! Che bella e tenera creatura ella era un tempo! E come l’aveva egli teneramente amata, nella puerizia, nell'adolescenza! » Le sciagure da cui la famiglia e la madre del protagonista del romanzo sono colpite, evidentemente non sono esattamente quelle della famiglia e della madre di d’Annunzio; nondimeno anche la madre vivente, a somiglianza di quella