236 VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO Le regole del canile erano severissime. Gol suo solito amore e la sua abituale meticolosità il Poeta s’occupava di tutti i particolari, delle cure, del nutrimento, dell’allattamento dei piccoli. Una tabella redatta e scritta di suo pugno in francese, indicava l’impiego delle ore e l’orario dei pasti degli animali: « Sept heures: écuelle de lait. « Onze heures: Gog, Magog, Undulna à la mamelle. Après écuelle à tous le six. « Trois heures: écuelle de lait. « Sept heures: Timbra, Altafiar, Pisanella à la mamelle. Après, écuelle a tous les six. « Dix heures: Écuelle de lait. La mère à tous ses petits. » Ad Arcachon, d’Annunzio passava ore ed ore in mezzo ai suoi cani favoriti. « Assisteva ai loro giochi » raccontò Jean Lebusquière in « Comoedia », « osservava con passione le loro rivalità, stimolava lo slancio delle loro corse eccitandoli col gesto e con la voce, si divertiva ai loro trastulli come un ragazzo... o come un eroe autentico. » E Paul Fort, nella « Petite Gironde », dopo una visita al Poeta esule, cosi lo descriveva in mezzo alla sua muta: «D’Annunzio tiene al laccio i suoi perfetti e nervosi levrieri; si direbbero biancori che sprizzano e ricadono; accorrono affettuosamente verso il loro padrone, ma egli non ha che da fare un gesto, ed eccoli, docili e calmi, seguirlo serrati l’uno all’altro, come un gregge dietro al pastore.» Certo il loro amore era ben ricambiato. Un giorno, sempre ad Arcachon, d’Annunzio non ritrovò più un piccolo fox, « Petrucha », compagno dei levrieri. Non si trattava d’un cane della razza che egli predilige; era un mezzo-bastardo. Eppure, con quanta ansietà lo ricercò e me lo fece ricercare. Mi scrisse all’Hotel: «L’altra sera verso le dieci, “Petrucha ” il piccolo fox, disparve. Credemmo che fosse andato all’altra villa, ma la mattina non fu ritrovato. Le ricerche continuarono ieri. Furono fatte ricerche alla “ Mairie” della Teste (i) (i) Villaggio vicino ad Arcachon.