GLI AMOROSI INCENDI DEL POETA 411 Tutto il mondo colto aveva letto d’Annunzio; tutto il mondo, anche quello incolto, aveva udita recitare la Duse. La fusione di un genio creatore con un genio interpretatore non poteva quindi non interessare l’intera umanità intellettuale. E si può dire che in verità la interessò furiosamente; a tal punto che il giorno in cui questo grande amore ebbe fine, e la fine fu imputata dai più a colpa di d’Annunzio, centinaia e migliaia di donne si schierarono contro il Poeta accusandolo di infamia e di ingratitudine, e altrettanti uomini presero a disprezzarlo come un essere immorale e senza scrupoli. Persino i suoi più ardenti ammiratori, persino i suoi fanatici, all’evocazione del nome della Duse si strinsero nelle spalle, rinunciando tacitamente ad una difesa del loro idolo, difesa che loro sembrava, a priori, impossibile ed insostenibile. Cosi si stringono anche oggi nelle spalle e abbassano gli occhi gli ammiratori di Oscar Wilde, quando viene sul tappeto l’argomento scottante della sua perversione sessuale troppo nota e troppo patente per essere posta in dubbio anche solo per un istante. Ora, poiché io posso essere accusato di tutto fuorché di essere un panegirista di Gabriele d’Annunzio (e il mio libro ne è una prova) posso permettermi di ridurre almeno del novanta per cento la proporzione di questa pretesa macchia del mio eroe. Dico: «posso permettermi » e non «mi sforzerò », poiché la verità s’impone da sé e non ha alcun bisogno di essere infiorata o imbellettata. Risaliamo pazientemente agli inizi. Come sorse l’amore fra Gabriele d’Annunzio e la Duse, « la compagna dalle belle mani», come egli la chiama nel « Libro Segreto »? Fu sul principio un vero amore ? un amore divampante, un’irresistibile fiamma, un improvviso « coup de foudre » reciproco?