COME D’ANNUNZIO CREA UN CAPOLAVORO 349 D’Annunzio in tutta la sua vita non ha mai scritto un periodo o un verso se non quando il suo genio glielo comandava. Nessuna seduzione di danaro, nessuna preghiera, nessun impegno o dovere morale, gli hanno mai fatto prendere la penna quando non ne provasse il bisogno, come d’altra parte non ha mai potuto evitare la gioia e il divino tormento del creare quando il suo spirito ve lo costringeva (i). Egli è sempre stato schiavo di una volontà superiore alla sua, di quell’ « afflatus dei » di cui parlano gli amichi. Nel 1903, donando un manoscritto alla Città di Chieti che gli aveva conferito la cittadinanza onoraria egli aveva pronunziato le seguenti parole: « Le profonde cose che dice in voi l’antico sangue ereditario io le ho udite nel mio silenzio attento; ma nell’esprimerle mi sembra d’aver ripetuto fedelmente ciò che ni’era “dettato” da una voce immensa ed imperiosa ». E più innanzi: « Movo cittadino restituisco con umiltà quel che non m’appartiene: il fascio delle pagine primitive su cui la mano del Poeta scrisse ’‘‘‘quel che fu dettato misteriosamente” ». Ed è questa e non altra la spiegazione delle sue inenarrabili quanto infinite promesse a editori, inadempiute o cadute nell’oblio. Se taluno è convinto d’aver saputo spingere d’Annunzio a scrivere una determinata opera e basa la sua convinzione sul fatto che gli avvenimenti gli hanno poi dato ragione, quel taluno è in errore. La cosa significa invece che d’Annunzio aveva embrionalmente quella intenzione nel suo cervello e che egli ha saputo abilmente incanalare il postulante sulla via che gli garbava. Altra spiegazione non sarebbe possibile. (1) Non condivido perciò affatto (benché si tratti di un’opera più ancor che giovanile, infantile) l’opinione di Borgese: cioè che d’Annunzio abbia scritto, a sedici anni, sonetti in memoria della nonna defunta per compiacere i suoi genitori, e l’ode « A Umberto Primo » per far piacere ai professori. D’Annunzio scrisse quelle poesie certamente perché aveva voglia di scriverle e non per altra ragione.