I L’UOMO MORALE E... IMMORALE 47 I nascere” la mia opera? L”’1 omaggio” di Cagoia o d’altri come può ledermi? « Io non debbo né discutere né eleggere, come non posso fare un “fervorino ” alla mia stessa persona. Tutto questo riguarda l’istituzione Nazionale ». . Non è mai avvenuto, a mia scienza, che d’Annunzio abbia colpito o permesso di denigrare in sua presenza, sia pure con la più lieve ironia,- un nemico vinto. Se un terzo, forse nell’erronea speranza di procurargli un piacere, si permetteva di farlo, egli lo richiamava subito bruscamente e in modo tale da non ammettere replica, tanto che oserei quasi dire che il miglior sistema di rendergli qualcuno simpatico era di parlargliene male. Se passiamo poi dalla generosità morale a quella materiale, allora dovrò dire che, in quest’ultima, d’Annunzio non conosce limiti. Il regalare non è per lui nemmeno una mania: è un bisogno irrefrenabile. Anche quando il ragionamento dovrebbe vietarglielo, non può non regalare. L’impulso è ; più forte di lui. Regala a tutti: all’amico, al nemico, all’indifferente, agli I uomini, alle donne, ai bambini, agli umili, ai potenti, agli ! sconosciuti; regala direttamente, regala per interposta per-I sona, regala anonimamente, regala quando ha denari, regala quando è in miseria, regala sempre (i). ;E, il più delle volte, non si tratta di regali di piccolo va- li lore. Un giorno nel 1922 mi prega di inviargli da Milano al 1 Vittoriale vari portasigarette d’oro e d’argento, alcuni anel-■ lini, qualche spilla da cravatta per uomo, ed altri oggetti (1) Sin da bambino, quando nella vecchia sua casa di Pescara preparavano il Presepe, egli si divertiva a disporre i doni per il farmacista, per l’abate, per il maestro, per il segretario comunale, ecc. ecc.