l’uomo fisico 19 Un giorno il suo dottore lo ammoni di non far troppo una vita di recluso; gli consigliò di muoversi maggiormente di uscire, di passeggiare. D’Annunzio, a cui in quel momento quella prescrizione non garbava, rispose: « Una mia sorella, prima di morire rimase dieci anni chiusa in casa e stette sempre benissimo. Hai capito? ». E il dottore non ne cavò altro. Non ha mai bevuto vino se si escluda un breve periodo di circa due anni, durante la sua permanenza in Francia e specialmente nella Gironda, vicino alla « città vinosa » (1), ove alcuni celebri viticoltori della regione che lo conoscevano, l’avevano convinto dei vantaggi che potevano derivare alla sua salute, da qualche bicchierino di vecchissimo Chàteau-Lafitte o di Chàteau-Yquem. « Un giorno che ero gravato da un lavoro ininterrotto e febbrile, (cosi egli raccontò a Marcel Boulanger) in quella Arcachon disperante, mi ammalai di una profonda malinconia. Chiamai un dottore illustre di quei luoghi: “Dottore, mi sento triste, tutto mi fa nausea, ho dei capogiri, la sera soffro di incubi...”. Il medico mi scrutò a lungo, gravemente. “Capisco, capisco”, mi disse. “Vi ordinerò io una ricetta”. E scrìsse subito, sopra un foglio di carta: “Mouton-Rothschild 1895”». Nel periodo francese egli arricchì la sua cantina, più a vantaggio degli ospiti che di se stesso, comperando casse di questi celeberrimi vini di Bordeaux, il « Mouton-Rothschild » del ’95 e qualche vino di Borgogna, tra i quali lo « Chambertin », prediletto da Napoleone I. Degli « Champagne » non ha mai ordinato, né per casa né al ristorante, che il « Mumm Cordon Rouge »; qualche rara volta il «Lanson demi-sec 1905 ». Cessò di bere vino quasi completamente dopo il suo ritorno da Fiume, dichiarando che gli causava acidità di stomaco. In realtà, il vino non gli era mai piaciuto. Adora invece l’acqua e ne proclama la virtù. Sulle pareti (1) Cosi chiama, egli, Bordeaux.