GLI AMICI DI D’ANNUNZIO 571 So che un giorno, un mese circa dopo la morte di Palli, egli mi disse a Roma con accento di profonda tristezza: « Palli non aveva die un difetto: quello di non averne... e forse neppur quello ». Degli artisti e dei compagni di giovinezza da me prima nominati, che nei loro rapporti con il Poeta si avvicinarono maggiormente alla abituale concezione dell’amicizia (e non bisogna dimenticare che essi datato dall’epoca lontana della sua giovinezza, tempo in cui qualsiasi uomo è, più che in ogni altra età della vita, portato a legarsi ai suoi simili sia per entusiasmo giovanile sia per identità o analogia di opinioni, sia per le comuni chimere) tre soli sono ancora viventi: Pascarella, Leopoldo Barduzzi (i) e l’autore di questo volume. Degli altri, il Michetti, negli ultimi venti anni, non s’incontrò con d’Annunzio che una diecina di volte; Annibaie Tenneroni, Tosti, Adolfo de Bosis, che d’Annunzio chiama « il principe del silenzio », Origo e Pascarella, non lo vedevano forse che una volta all’anno, quando lo vedevano, e si accontentavano di amarlo in silenzio e da lontano. Per circa quarant’anni e forse più, Annibaie Tenneroni visse nella scia di d’Annunzio, nel culto per d’Annunzio, nel feticismo per d’Annunzio. Se si permise qualche piccola infedeltà fu solo a favore di un altro grande e misterioso spirito italiano: Jacopone da Todi, morto però da secoli, di cui studiò per lunghissimi anni, meticolosamente, infaticabilmente l’opera e la vita. Dal giorno in cui d’Annunzio parti per la guerra e durante tutto il suo lungo ed eroico periodo militare, Annibaie Tenneroni non visse che delle gesta e delle glorie del suo (1) Per Leopoldo Barduzzi non solo egli provò sempre la più grande stima, tanto da nominarlo, anni fa, suo esecutore testamentario, ma nutrì un indiscutibile affetto. A proposito di lui, mj scrisse nel 1913, da Arcachon: “L'amico Barduzzi ha fatto Pasqua con me e non ti so dire come io sia stato contento di rivederlo e di conoscerlo ancor più da vicino, per meglio^amar-lo e per votargli una riconoscenza più pura**