XXIX IL CREPUSCOLO DELL’EROE GABRIELE D'ANNUNZIO NEL ig34 - UNA LETTERA DOLOROSA • «LA VIE EST PERDUE D - LE PRODIGIOSE VISIONI - D'ANNUNZIO E LORD KITCHENER - « LA TURPE VECCHIEZZA » - L’ULTIMO INCONTRO CON ELENA MUTI - «LASCIAMI MORIRE... » Fu nel gennaio 1934 che Gabriele d’Annunzio mi apparve, per la prima volta, come un uomo alla soglia della morte. Tale almeno fu la mia esatta impressione durante i primi istanti in cui mi trovai nuovamente, dopo circa un anno di assenza, a faccia a faccia con lui. Ed è soprattutto a questa prima impressione che debbo riferirmi; non già alle successive che ebbi a provare durante le cinque ore notturne che trascorsi in sua compagnia ascoltando quelle divagazioni spirituali in cui egli si compiaceva da qualche anno a questa parte e che andavano dalla lettura dei suoi più recenti versi inediti ad improvvise domande sulla sorte di amici e nemici di un tempo, da una ironica o sottile osservazione letteraria o politica, a dolcissime quasi paterne parole di compianto per un camerata malato o perduto. Ecco ora quanto scrissi mesi or sono mentre il grande uomo era ancora in vita: È costume del Poeta, e lo è sempre stato, di non attendere l’ospite, ma di andargli incontro. Salvo casi eccezionali, l’amico o anche il semplice visitatore che si reca da d’Annunzio, viene sempre introdotto da un familiare in una stanza d’attesa che nel Vittoriale