488 VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO assai poca importanza, non perché disconoscesse il grande valore creativo di Mascagni, ma perché la sua « forma mentis » e la sua predilezione personale non lo potevano portare, come non lo hanno mai portato, verso quel genere di musica, anche se ammirevole e di sicuro successo sulla folla. Da d’Annunzio, la famosa tetrarchia italiana moderna, Mascagni, Puccini, Leoncavallo e Giordano era « riconosciuta » ma non particolarmente amata. In più di trent’anni, non m’accadde quasi mai di udir giudicare da d’Annunzio l’opera di questi artisti, troppo lontana dal suo gusto musicale, benché, escluso Leoncavallo che conosceva appena, egli considerasse gli altri tre come grandi artisti e graditi camerati e stesse con gran piacere in loro compagnia. In fatto di musica, d’Annunzio rimase ai classici, da Palestrina e Monteverde, da Beethoven e Paisiello, a Wagner; e, se scese, scese «per li rami », saltando ben inteso di piè pari Verdi. Figurarsi dove rimasero per lui i melodisti contemporanei! (i). Per tornare a Mascagni, ciò che diverti prodigiosamente d’Annunzio durante quel periodo parigino, e lo interessò dal punto di vista psicologico, fu la mentalità del grande maestro (parlo di quella extra-musicale), il curioso genere (i) « Una giovane artista si sedè al pianoforte. Allora tacque. Giù ditta Sartori suonava Bach, Monteverde, Schumann, interpretando con una comprensione perfetta e una finissima sensibilità. D’Annunzio ascoltava, trasfigurato il suo volto, divenendo immateriale, quasi spettrale, nella penombra. Un’espressione di serenità, di riposo infinito, si distendeva sui suoi lineamenti; le palpebre pesanti si abbassavano, le pieghe sulla fronte e sulle gote scomparivano, le labbra serrate si socchiudevano al respiro regolare di un’anima acquietata. « Nulla mi appare più commovente del « leggere » la musica su di un volto nobile. Gabriele d’Annunzio « patisce » la sensazione musicale, violentemente. Io pensavo, in disparte: sa ascoltare, dunque, quando vuole ». Cosi racconta Leone Kochnitzky una serata musicale, durante la quale ebbe modo di studiare gli atteggiamenti del Poeta.