GLI AMOROSI INCENDI DEL POETA 417 Io invito i lettori a rileggere il libro: non sarà tempo sprecato, poiché anche se il « Fuoco » non è un romanzo (almeno nel senso che dà a questa parola il dizionario, cioè « Storia favolosa e piuttosto con svolgimento ampio e interessante ») (1), rimane pur sempre una delle più alte opere di poesia che siano uscite dalla penna di uno scrittore. Ma non occupiamoci, non è nostro còmpito, della prodigiosa bellezza letteraria dell’opera. Limitiamoci invece ad esaminarne il contenuto morale, sia pur colla lente della più gretta e tradizionale morale borghese. In che modo il giovine artista-creatore Stelio Effrena, per tutti naturalmente Gabriele d’Annunzio, ama quella donna di quaranta anni che si chiama Foscarina e in cui tutti ravvisano Eleonora Duse? (2) Subisce egli l’amore della donna, non ricambiandolo che in parte? Prova egli per lei quella indulgente compassione che rappresenta, per una donna meno giovine di un suo amante, la più atroce offesa che anima femminile possa ricevere da un uomo? In verità nelle 560 pagine del romanzo, io non so trovare neppure una sola frase, che possa dare adito a questa interpretazione antipatica ed offensiva. Neppure una sola. Le parole di Stelio Effrena sono, fino alla monotonia, quelle del più ardente e del più sincero degli amanti. « Ogni volta che la buona sorte mi concede di stare vicino a voi, mi sembrate necessaria alla mia vita... » (pag. 15. Ed. Treves) « Voi sapete che nulla vale per me quel che voi potete darmi. » (Pag- 45) « Ella ad un tratto era divenuta bellissima, creatura notturna foggiata dalle passioni e dai sogni su un'incùdine d'oro, simulacro (1) Questa splendida definizione è quella del nostro «Petrocchi» tirato a 300 mila copie dalla casa editrice che l’ha pubblicato. (2) È vero che il Poeta ha, allora, trentacinque anni, ma la differenza (dato che i cinque anni in più sono quelli della donna) è sensibile, ed ha certo la sua importanza. V-