INVENZIONI, MANIE E SUPERSTIZIONI 315 (¿’Annunzio dona per le gare aviatorie o sportive (1) disse un giorno: « Voglio che tu mi ceselli undici piatti; me li decorerai col cordiglione francescano. Metterai tra i nodi, dei motti che ti darò e li avviverai di decorazioni a tuo piacimento. Undici devono essere e non dodici ». Il che prova che d’Annunzio, quando è a tavola, vuole evitare la presenza di Giuda. Dal punto di vista astrologico egli si considera protetto dalla stella Altair. Detesta il mese di febbraio, perché generalmente piovoso e nebbioso e perché, di esso, « la caligine mi opprime l'intelletto ». Considera come pietra preziosa favorevole a lui lo smeraldo. Infatti, avendomi incaricato di comperare per conto suo un anello e di offrirlo a mia moglie, in occasione delle nostre nozze, ed avendo io comperato uno smeraldo, mi scrisse: « Sono contento che tu abbia offerto per me, a Bianca, uno "'smeraldo”: la mia gemma ». Crede anche volentieri ai responsi delle chiromanti, dei grafologi e sopratutto delle veggenti, o se proprio non vi presta fede cieca, si diverte enormemente a questo genere di pseudo-scienze, come adora l’astrologia e tutti gli studi ermetici antichi e moderni. Taluno ha raccontato che un giorno in Francia, una strega gli disse: «Tu seras roi! » All’aneddoto io però credo poco, anzitutto perché è sorto dopo Fiume (et pour cause!) e poi perché non l’ho mai, in tanti anni, udito rammentare da d’Annunzio. A Lucerna, mentre vi eravamo insieme, ebbe a subire la sua più grossa disillusione grafologica. Mi fece sottomettere ad un grafologo che abitava l’Hòtel Schweizerhof un suo foglio manoscritto. Il grafologo ignorava di chi si trattasse. Compulsò lungamente il manoscritto, poi sentenziò: « Me- (1) «La targa è ammirabile * scrive un giorno ¡1 Poeta all’orafo. « superiore al mio sogno plastico. Grazie. »