35« VITA SEGRETA DI GABRIELE D’ANNUNZIO Questa sua impossibilità mentale di scrivere « sur com-mande », egli fu sempre il primo a riconoscerla. Un giorno (ero allora suo editore) mi scrisse: « Caro Tom, sono tormentato dalla tua richiesta (i). E tuttavia non vi è sollecitazione furibonda che valga ad affrettare il mio lavoro. « Non posso non intendere con tutte le mie forze a rendere profondo il segno. Festina lente ! » Eravamo allora nel 1906. E in quello stesso anno un’altra volta mi scrisse: « Da giorni e giorni cerco di fare uno sforzo per scrivere la prefazione e l’Ode Vesuvio - Minerale (2) e non riesco a vincere l’inerzia ottusa che si addensa in me. Soffro molto e la malinconia mi allenta ogni vigore. « Stasera spero di poter scrivere qualche pagina. « A nulla sono più disadatto che agli scritti di tal genere. » La lettera è del 5 maggio 1906. Infatti il Poeta cosi vi apponeva scherzosamente la data: « 5 maggio (1906) « Ei fu... » In analoga situazione di spirito, molti anni dopo, cosi mi scrisse: « Io séguito a non aver voglia di metter nero sul bianco. E non vale alcuno sforzo di volontà ». E affermando ciò, non solo era veritiero, ma anche perfettamente coerente. Da ciò si dovrebbe logicamente dedurre che le sue note ed innumerevoli promesse agli editori ed ai vari suoi interpreti teatrali, nonché i mille suoi progetti letterari che non hanno poi avuto séguito, non siano stati altro che un trucco per tenere a bada i richiedenti e per dar loro una speranza passeggera, o, peggio ancora, per ottenere da loro (1) La mia richiesta si riferiva alla prima puntata della « Vita di Cola di Rienzo ». (2) D’Annunzio aveva promesso alla rivista « Il Rinascimento » una ode sull’eruzione del Vesuvio avvenuta in quell’epoca.