— 36 - Giuseppe Ferrari era italiano, ed amava la sua terra un po’ meglio dei vostri e dei nostri commendatori. Ma perchè i nazionalisti della Venezia Giulia combattono i socialisti, i quali non sono rei che di interpretare il pensiero d’uno dei più lucidi pensatori della razza nostra ? * « Narra Alberto Mario nelle sue reminiscenze (1) come « da Napoli, nel settembre 1860, il Dittatore delle Due Si-« cilie scrivesse al Cattaneo, a Castagnola, presso Lugano: « Qui ho bisogno di voi. Venite ». E Cattaneo partì. « Garibaldi — scrive Mario — avea invitato a Napoli il « vincitore di Radetzki nella battaglia delle Cinque Gior-« nate in Milano, filosofo, letterato, economista di primis-« simo ordine in Italia, della scuola positivista. Egli più « d’una volta, sapendomi discepolo del gran pensatore « lombardo, m’interrogò sulle dottrine di lui, del quale avea « letto le pubblicazioni politiche: Archivio Triennale — « Insurrezione lombarda — Note intorno alla cessione « di Fizza, intorno all' esercito, ecc. sul Politecnico del « 1860. Io lo informai come il Cattaneo avesse allevato ai « nuovi studi desunti dal vero, dai fatti, dall’ esperienza, « donde cavava gl’ideali, le ultime generazioni lombarde, « le generazioni del Quarantotto e del Sessanta; come egli, « richiamando i cultori delle dottrine filosofiche e letterarie « degli idealismi malaticci della scuola cattolica, dalle va-« nità rettoriche e dalle convenzioni accademiche, avesse « loro chiarito la potenza organica del metodo induttivo, la « efficacia della parola che rispecchia la cosa, e la bellezza « nella sobrietà dell’ornamento greco. « — Ma come mai — dissemi il Generale — un tanto « uomo è federalista e sì fieramente avverso all’unità per « la quale combattiamo ? » « — E unitario, Generale, in quanto vuole in mano del (1) Educazione Politica, n 29, anno II. Estratto dai cenni su Cattaneo di A. e J. Mario.