vane aveva militato con amore e ardore nelle file liberali, dovette studiare con fatica la nuova dottrina, quando s’accorse che all’opera intrapresa non bastava il solo sussidio dell’impulso generoso. E non solo tentò di assimilarsi dai libri la parte scientifica del socialismo, ma con abnegazione esemplare sacrificò ogni ora di libertà a procacciarsi quella coltura generale della quale abbisognava per poter corrispondere a quel l'ufficio di capo del movimento e del partito, che nessuno poteva dapprima contestargli. Poiché quanti erano in sul principio socialisti a Trieste, altrettanti erano suoi discepoli, e dovevano attendere ch’egli imparasse per apprendere da lui eglino stessi. “ D’una qualità certo indispensabile al capopartito, fu talvolta lamentata la mancanza nell’Ucekar : l’energia. Ma forse — per certi rispetti almeno — il rimprovero che gli fu mosso in questo riguardo proveniva da confusione fra l’esteriorità della forma e la sostanza della fibra. L’Ucekar — forse è vero — non fu sufficientemente energico per reprimere abusi ed eliminar persone che compromisero un momento il prestigio e il decoro del partito; come talvolta non seppe impedire violenze di linguaggio, intemperanze ed oltraggi di giornali socialisti posti sotto la sua sorveglianza. Ma chi pensa alle condizioni individuali dell’uomo, astretto a faticoso lavoro da mattina a sera; chi pensa alle condizioni peculiari dell’ambiente in cui la sua opera di propaganda svolgeva; non potrà fargli colpa se a volte non potè obbligare a disciplina col pugno di ferro; se altre volte credette di non potere — senza pericolo di venir frainteso con danno, prima che suo, della propaganda — imporre moderazione o misura. “ Degli atti pubblici dell’Ucekar, che la cittadinanza