Come nascono i partiti socialisti — Primi passi — Il socialismo a Trieste — Sequestri, arresti, perquisizioni, condanne — Dal 1889 al 1902 — Le malattie dei bambini — La rinascenza — Nuovi orizzonti — Ave, Trieste proletaria! ... Dodici o tredici anni fa, anche nel'e città più popolose e più industriali d’Italia, il socialismo era ben poco conosciuto. Una dozzina di studiosi, seguita e incoraggiata da pochi operai intelligenti, costituiva, quasi in ogni città maggiore, lo spauracchio di madama questura, che ovunque immaginava bombe e pugnali, attentati e guai. I « ben pensanti » compativano quei « quattro matti », fra i quali c’era anche qualche * matta », cioè qualche donna, la quale, secondo lor signori, tentava di emulare la tremenda nonché calunniata Luisa Michel. Qualche giovanetto, di quelli esaltati dalle « letture perverse » e dalla « Marsigliese » (diamine, con quelle strofe: les jours de gioire sont arrivós !) costituiva la retroguardia del manipolo sovversivo. Quella gente là non avrebbe potuto mai concretar niente! Polen-tica, polentica, — dicevano i vecchi — chè la politica è roba pei signori! I preti, poi... Non discorriamone! Nemmeno gl’industriali mostravano di scomporsi. Ragionavano presso a poco così : « I socialisti vogliono farsi mantenere dagli operai... i quali, con le paghe che percepiscono, non possono mantenere sè stessi ». Ergo i socialisti non sarebbero mai riusciti... a fare ciò che facevano i padroni e che essi, i socialisti, non si sono mai sognati di fare. Del re-