— 130 — rola, si arrampicava comicamente sugli specchi per giustificare la più ingiustificabile tragedia! * Mentre l’eco dei fatti di Trieste si spegneva, mentre le discussioni si diradavano e impallidivano le tristi ricordanze venivano alla luce della pubblicità certi fatterelli, i quali, sebbene non siano in diretta relazione col movimento del febbraio, dimostrano che la società del Lloyd austriaco, quella che tutto negava ai poveri fuochisti per risparmiare annualmente poche centinaia di fiorini, quella che volle far spargere il sangue operaio, è una società come tante altre borghesi in cui regna un certo disordine amministrativo che è in istretta parentela con azioni tutt’altro che delicate. Chi si sarebbe immaginato, dite, che la società moralissima, fiera tutelatrice del diritto padronale, dovesse un giorno mettere in vista certe porcheriole, le quali se non fossero successe avrebbero guadagnato dippiù tanto gli azionisti quanto i lavoratori della grande compagnia di navigazione ? * Invero già nel penultimo congresso del Lloyd, tenutosi nel maggio del 1901, erano state messe sotto il sole certe allarmanti novità. Innanzi tutto l’allora presidente del Lloyd, Kahlberg, proprio alla vigilia del congresso venne sollevato dalla carica ed in suo luogo venne nominato il presidente del governo marittimo comm. Ernesto Becher, che fu a tale uopo collocato in temporaneo pensionamento. La cosa venne effettuata con istraordinaria rapidità, così da poterla considerare come un vero colpo di prestidigitazione. E ciò naturalmente produsse qualche sensazione. Da tempo si parlava della probabilità d’un cambiamento nella presidenza del Lloyd; queste voci anzi datavano dal giorno, in cui l’ex luogotenente, barone Rinaldini venne nominato consigliere d’amministrazione del Lloyd e si ri-