— 83 _ vano in viaggio, alcune modeste domande pel miglioramento delle loro condizioni d’orario e di mercede. Di queste domande una richiamava i padroni al rispetto di vecchi patti, giacché di recente si era aumentato arbitrariamente l’orario di due ore, senza compenso di sorta. Prima di addivenire alla proclamazione dello sciopero, si esperirono dai fuochisti tutti i tentativi possibili di conciliazione. Riuscirono vani e lo sciopero fu proclamato fra i fuochisti presenti. I colleghi, mano a mano che scendevano dai piroscafi in arrivo, con mirabile solidarietà si unirono ai compagni. La vita del porto cominciò a incagliarsi ; i piroscafi arrivavano, ma non partivano; o su dieci che ancoravano ne partivano due. La direzione del Lloyd, noncurante di trattative, sprezzante verso questi operai che son dannati ad un lavoro diabolico, che uccide anzi tempo, insistè nei dinieghi ; negò l’orario delle 10 ore, negò la riforma dei servizi notturni di guardia, negò in sulle prime fino la rimunerazione delle ore straordinarie di lavoro, e... si appigliò alle ragioni della forza. Organizzò un servizio di krumiraggio, facendo arrivare fuochisti dalla Turchia, dalla Grecia, da Venezia, dalla Dalmazia, dalle Puglie. Molti di questi, giunti a Trieste e, saputo dello sciopero, si rifiutarono di prestar lavoro, e siccome erano stati ingaggiati a tradimento, senza che loro si fosse parlato delle condizioni di Trieste, chiesero indennizzo per danni alla Società del Lloyd. Pochi si adattarono al lavoro e al tradimento, e così, mettendo assai spesso al posto di fuochisti delle persone presumibilmente inette, si riuscì a far partire qualche piroscafo. Ma furono più quelli che si ribellarono che quelli che accettarono. Anche fra i turchi lo spirito della solidarietà umana ha fatto breccia! II Lloyd pensò allora ad altre armi. Si rivolse al governo e chiese l’aiuto dei fuochisti di marina. Il governo li concesse e intervenendo non in atto di pa-