— 59 — E non si dica, per carità, che queste sono maligna-zioni ! Vorremmo vedere se un barone Bucovich, o un signor de Rinaldini, oppure i signori Dimmer e Ventura e qualche altro ancora, compreso il direttore generale signor Peichel, accettassero di far parte d’un Consiglio di amministrazione senza le dodici mila corone di stipendio e le altre dodici mila per eventuali spese! Neanche per sogno ! Sanno d’aver fatto l’affar loro intascando quel bel gruzzolo senza far fatica alcuna, o tutt’al più recandosi ogni settimana e qualche volta ogni mese alle sedute per approvare o disapprovare quanto altri hanno bel che preparato. Che non sono al loro posto, ognuno lo sa, o meglio lo vede, ma devono rimanerci, perchè lassù, a Vienna, venne così deciso... Ma che almeno si limitasse al gran Consiglio l’azione poco proficua in prò del Lloyd; e che gli altri impieghi fossero occupati da persone atte a disimpegnare come si conviene le mansioni loro attribuite. È erroneo non solo il crederlo, ma anche il supporlo, giacché i primi posti non vengono ad essere occupati da persone ohe hanno prestato presso la società lungo servizio, dimostrando l’attitudine richiesta, bensì da raccomandati, che entrano in servizio digiuni del tutto e, sebbene abbiano il grado di capoufficio, pure, se vogliono fare qualche cosa, devono rivolgersi financo al più infimo degli impiegati. Tempo addietro venne conferito, per esempio, il posto di capo-ufficio « sezione reclami », dipartimento molto importante, ad un ex-ufficiale della marina da guerra; si può già immaginarsi che cosa avrà compreso colui di tutto quel movimento ! Chi avrà avuto la peggio sarà stato qualche disgraziato capitano che, in seguito allo smarrimento di qualche collo, avrà dovuto rimborsare il negoziante, e ciò pel motivo che l’ufficio reclami non era in caso di rintracciar niente. Talvolta poi non vi sono posti liberi per collocare i favoriti ed i rifiuti della tedescheria, e si presenta l’assoluta necessità di dover occupare qualche protetto imperiale e regio.