INTRODUZIONE 13 Quanto alla frontiera verso la Russia, che pur non po-tevasi non determinare, per non lasciare il nuovo Stato con i confini interamente aperti e indefiniti, gli Alleati furono lungamente perplessi e decisero di tracciarla soltanto con carattere provvisorio (1919). Ma quando, con un supremo sforzo, respinto l’assalto su Varsavia e ricacciati i bolscevichi, i polacchi ottennero da essi il trattato di Riga del 18 maggio 1921 gli Alleati non avevano più motivo di mantenere lv* riserve fatte, onde, su richiesta della Polonia (15 febbraio 1923), decisero di tracciare la frontiera orientale, riferendosi al trattato di Riga (che aveva in sostanza a sua volta adottata la linea tracciata nel 1919 dalla Conferenza della pace) per la frontiera verso la Russia, e indugiandosi invece a determinare la frontiera verso la Lituania, nel senso, come si è accennato, di accettare il fatto compiuto dell’occupazione polacca del territorio di Vilna a Suvalki (doc. L). § 8. - Come è noto le clausole per la protezione delle minoranze etniche furono adottate per la prima volta precisamente col trattato di Versailles del 28 giugno 1919 nei riguardi della Polonia (1) e poi estesa ai nuovi Stati, fra i quali la Rumania (tr. St. Germain-en Laye del 10 settembre 1919), la quale, col trattato per la Bessarabia, vide estesa la protezione delle minoranze anche a tale territorio (2). La Società delle Nazioni però, in base alla risoluzione dell’assemblea del 15 dicembre 1920, decise di estendere gli impegni per le minoranze a tutti i nuovi Stati che avessero chiesto di entrare a far parte della Società delle Nazioni. A tale impegno, malgrado le riluttanze frapposte, dovettero accedere la Finlandia, l’Estonia, la Lettonia, la Lituania. Inoltre, negli accordi che disciplinano i rapporti (1) Cfr. testo nel cit. voi. dei Trattati Europa danubiana, p. 296 <>gg. (2) Cfr. testi nel cit. voi. Trattati Europa danubiana, pag. 34 sgg. e 285 sgg.