Le fonti della ricchezza jugoslava 207 il Ministro stava per firmare l’atto, quando sopravvenne lo sfacelo dell’impero, ohe ne impedì la realizzazione. È noto, ohe nessuna industria in Bosnia fu esercita su una base commerciale-industriale libera, secondo il principio della libera concorrenza, ma solamente con permesso ed anche con scelta preferenziale da parte del Ministero delle Finanze di Vienna. Se l’impianto d’un’impresa non coincideva col principio della divisione del bottino, il permesso non si otteneva. Di una cooperazione di capitali jugoslavi non si permise nemmeno la discussione. Avvenuta l’unificazione della Nazione Jugoslava sfumarono tutti i piani tedesco-magiari. Le seconda regione mineralifera, per ricchezza e per produzione, è la Slovenia, la quale, nel 1921, produsse il 40 per 100 dell’intera produzione jugoslava. Fra tutte le regioni jugoslave carbonifere, quali la Bosnia, la Serbia e la Maoedonia, — la Slovenia per la sua produzione, è la più ricca e la più sviluppata. In Slovenia vi sono 22 miniere in pieno lavoro, di cui 10 maggiori e 12 minori. I più ricchi giacimenti sono quelli di Trbovlje; seguono quelli di Zagorje, di Hrastnik, di Velenje, di Kocevlje, di Kremelje (St. Janez), di Zabukovtze, di Prevalje, di di Mirne, di Rajhenburg e di Hrastovatz e numerosi altri di minore importanza. Le più grandi miniere carbonifere slovene sono anche fra le migliori sfruttate in Jugoslavia rispetto alla qualità del minerale.