TRIESTE 171 pezzati d’azzurro come se l’inviluppo dell’aria afosa si rifrangesse nel cuoio caldo e sudato ; il divisionistico ritratto del pittore triestino Umberto Veruda, di Max Lieber-mann; il chiassoso Scherzo di Franz Stuck, mitologia in stile ultramoderno, germanico e-... greco antico. Un nudo di Zorn, con la sua facilità liquida alla Franz Hals. Un delizioso acquerello di Bartels, La lattaia di Dordrecht. Un orrore di pittura che si esaspera nell’orrore della miseria, declamando con la esagerata indignazione dei toni : Gli affamati di Giovanni Geoffroy. Alcuni quadri spagnuoli mediocri. E poi la scultura: tutta italiana e quasi tutta bella. La più soave sensibilità nel nudino tremante della Diseredata di Domenico Trentacoste; il richiamo alla gentilezza patrizia di un Verrocchio o di un Laurana nel Sogno di primavera del Canonica, il busto di donna dalle mani belle. Leonardo Bistolfi signoreggia da grande poeta, con il ritmo del