TRIESTE 31 bizantineggiante del Santo, che ritto in piedi, sotto l’arcata di mezzo, stringe al petto e protegge col braccio l’imagine fedele della città cinta di mura. Nella linea rigida e nel colore convenzionale l’artista trova la maestà della tradizione e vi si afferma dignitoso e sicuro. Gli affreschi furono ricolorati più volte, e per quanto abile l’ultimo ritocco fatto dal Bertoli, l’ingenuità dello stile ne ha palesamente sofferto. Ma sopratutto sono vinti cotesti affreschi del fulgore degli incombenti musaici. Le due calotte musive sono la gloria di San Giusto e la ricchezza della sua povertà. Meravigliosamente integra l una e l’altra: meno antica, più appariscente per il battervi della luce diurna, la calotta del tempietto dei santi Giusto e Servolo ; più antica in parte, sprofondata nella penombra, velata del fumo dei ceri, quella della basilica dell’ Assunta, che traluce appena per qualche sprazzo delle sue tessere d’ oro