TRIESTE 53 accenna a salvare, forse a rimettere in luce, il maestoso recinto murale del Teatro Romano, oggi riconoscibile appena nella sua curva imperiale, sotto le case, i cortili, gli orti, le catapecchie cresciute su le sue mura. Poche, sparse, frammentarie vestigia Povertà d’arte d'altri tempi: qualche sagoma di porta dalla larga architrave; qualche buon balcone di ferro battuto dalla pancia barocca infiorata dello stesso metallo; qualche stemma delle tredici nobili «casade» di Trieste; qualche pietra epigrafica di cancellieri e di famiglie patrizie. In ogni umile borgata istriana l’arte dei tempi di mezzo, guidata dalla gentile signoria di Venezia, ha qualche gioia di forme e qualche franca voce ; nella vecchia Trieste soltanto balbettìi, sillabe smozzicate a stento nella miseria della imaginazione e forse delle condizioni sociali. I tuguri che ancora s’incontrano in quell’ultima e desolata degenerazione del quartiere che ha nome di Via della Mura sono l’infima specie delle