6 SILVIO BENCO velocità mal frenata; e da quell’altezza, inabissandosi, scopre l’occhio i misteri verdognoli del fondo marino, gli antri degli scogli sommersi, le foreste d’alghe, i mosaici di ciottoli; di là si dilata e scorre su la lastra dell’ infinito specchio sereno ; segue le coste grigie d’ ulivi, si ferma allo scoglio bianco del castello di Miramar che sporge dai suoi cupi giardini, scorge Trieste adagiata nel più intimo seno del golfo, latina come una Nereide, in un chiarore di madreperla fra i monti turchini. E tutto ciò è un istante: e la città lontana non è che un colore, una forma, quasi una carne diafana, nel grande scenario armonioso che comprende i lineamenti della terra e i vapori dell’aria, che va dalle profondità sottomarine alla cupola del cielo. La via Ai OpiCina E infine si può anche scendere a Trieste con i treni della Ferrovia transalpina. Hanno fatto l’ultima sosta alla stazione di Opicina e di là si sono cacciati nella