54 SILVIO BENCO abitazioni umane ; ma certe case che i loro fossili araldici designano per palazzi patrizi hanno un aspetto di squallore che dice forse più dei tuguri. L’ornamento dell’arte, qualunque potesse essere, si raccoglieva nelle chiese ; l’espressione della forza, nel Castello, nel Municipio merlato e nelle torri della cinta murata. Di coteste torri ancora ne esistono cinque ; ma così ben nascoste fino a ieri negli intrichi di Città Vecchia e negli orti presso San Giusto, che i triestini ne avevano perfettamente dimenticato l’esistenza: e in buona fede credevano che la lapide murata nel 1853 su l’angolo di una casa di Via Riborgo rammentasse la caduta dell’ultima torre. Trieste dal trecento al seicento, come appare dalla validità dei suoi fortilizi, fu prevalentemente l’oppido, la città munita, l’ostaggio custodito su l’Adriatico: Venezia teneva le chiavi del mare; Trieste era nel suo golfo come sopra un fiume senza foce ; bandita dai commerci, pativa il supplizio di