TRIESTE 63 vrebbero giudicata povera padre Pozzo e l’architetto secentista e gesuita che costruì la chiesa, il padre Giacomo Briani da Modena. Si può dire che l’erezione di cotesto pomposo monumento recasse nella città quasi un presagio di sua futura grandezza e vi iniziasse l’architettura moderna. San Giusto era povero, il Castello era nudo, gli edifici di Piazza Grande piccioletti : tanto più la nuova chiesa dovette riempire di stupore i triestini secentisti. Ai suoi piedi stavan le vecchie proporzioni della città : le sintetizzava la minuscola basilica di San Silvestro, oggi tempio della Comunità Elvetica. Sorge di contro ai Gesuiti, su la stessa precipitosa china, ed è, se la tradizione non mente, edificata dove ebbero tomba le martiri Tecla ed Eufemia ed altri cristiani dei primi tempi. Della sua vetustà sopravvisse ai restauri il portichetto romanzo sul quale grava un campanile da chiesuola più che modesta, inalzato nel secolo XVII, al