TRIESTE 17 II. Questa città è senza pace : costretta Città iti tavolo dai suoi monti a gravitare verso l’antico centro cittadino, immurata dalle alture ripide che, senza sfogo, la rigettano al mare, incanalata e assottigliata nelle angustie delle valli, rampica, gira, si ritorce, lucra su lo spazio, erge case ad affrontarsi altissime come torri, sovracarica di pietra ogni palmo di terra ed affolla i suoi abitatori. Città del lavoro, l’irrequietezza d’una gente lavoratrice si diffonde in tutte le sue contrade: non contrasto di vie popolose ed affaccendate con vie fiaccose che si dilunghino accompagnando in sordina un’intima vita casigliana: ma in tutte le vie, di quasi tutti i quartieri, i vicini e i lontani, il centro e i sobborghi, la stessa continuità di movimento, la stessa presenza visibile del lavoro, come se, gettata in troppo breve campo la semente di un po-