120 Il principe cercò di adunare e veramente adunò nel suo castello rarità e magnificenze. Ma una cosa 1’ epoca sua non poteva dargli, ed era più difficile ad aversi che una corona: l’arte che crea e ricrea, e il suo sorriso. Questo maniero eretto da una volontà d’artista, pieno di cose d’arte, pieno di interessanti mobili e di interessanti porcellane settecentesche, pieno d’ opere della pittura olandese e d’altre che il catalogo, non la critica ancora, enumera con grandi nomi, pieno di vasi giapponesi e di libri rilegati in artistiche pergamene, pieno di copie pregevoli della miniata pittura tedesca e d’intagli e di stucchi e d’intarsi e d’avori e d armi e di trofei venatori e d’ogni preziosità delicata del lavoro umano, questo maniero è artisticamente sconsolato. L’ espressione che manca nella sala del trono, nella sala da pranzo, cerimoniose e fredde, nei salotti pomposi e disarmonici, si trova invece nella sobria stanza da riposo di