Pitture e mosaici 30 SILVIO BENCO Pure furono vivaci, a’ loro tempi, nella cappella della famiglia Civrani, gli affreschi barocchi di Giulio Quaglia da Laino, un felice predecessore del Tiepolo: quasi tutto bellissimo quello che ne resta o che si restaurò; massime il soffitto, nobile, ispirato, imaginoso ! Per lungo tempo furono disdegnati, nel disdegno comune che colpiva ogni pittura barocca: supremo ornamento pittorico riconosciuto allora a San Giusto erano gli encausti del pio Trecento, racchiusi in elegante partizione architettonica a colonnine di pavonazzetto e ad arcate, nell’ abside della navata sinistra, sotto il musaico ancora infocato. Con il vivace realismo narrativo della scuola giottesca, che è probabile toccasse Trieste con il ramo veneto-friulano del suo ceppo, raccontano quegli encausti la storia di San Giusto martire, non senza anacronismi nelle fogge e non senza una goffaggine candida. Goffaggine non più avvertita nella figura