Rapporti commerciali della Jugoslavia coll’estero 249 potè, nemmeno quest’anno, svilupparsi liberamente dati il pessimo e scandaloso stato dei mezzi di comunicazione e di trasporto, la mancanza di ferrovie normali sboccanti al mare e la funesta e deplorevole chiusura del porto di Piume. Il commercio d’ importazione dovette passare, fino ad oggi, attraverso tre fasi, nel decorso delle quali cercò di trovare una giusta via che permettesse di ristabilire l’economia nazionale, fortemente scossa durante gli sconvolgimenti politici ed economici in seguito alla Guerra Mondiale, e di consolidare l’organismo economico e politico del nuovo Stato. La prima fase va dal novembre 1918, fino al secondo semestre del 1920. Come abbiamo già osservato, il mercato jugoslavo in quel tempo assorbiva ogni merce. Si navigava in pieno commercio di congiuntura ed il commercio fondato su basi economicamente sane e durature era quasi totalmente soppresso da nuovi commercianti di guerra, in cerca di facili e grandi guadagni e senza scrupoli di sorta. Le seconda fase, comprende il secondo semestre 1920 ed il primo 1921. Il commercio legale ed organizzato respinse, con la concorreza, il commercio di congiuntura; il credito all’estero, crebbe, e, in seguito, si ricevettero grandi quantitativi di merce in deposito. La terza fase, iniziata con l’entrata in vigore della nuova aumentata tariffa doganale d’importazione, segna un arenamento del commercio d’importazione. Il fabbisogno della popolazione sembra esser coperto e si ha l’impressione che sia ormai iniziato un periodo normale di vita.