TRIESTE 55 Tantalo delle sfuggenti ricchezze. Città Vecchia è l’imagine di cotesta condanna alla povertà. Nasce un’ arte più organica e più lieta solo quando Venezia dà tregua e cede le sue forme, ed anche Trieste, come attestano i cronisti, si rimpolpa e si arreda: veneziano il piccolo palazzo dei Marenzi, il solo edificio rimasto della vecchia Trieste che possa chiamarsi grazioso. Semplice ed ilare, ha la giulività delle sue finestre lombardesche e delle sue colonnine a travicello, e una bella disposizione cinquecentista nell’interno. Con l’attigua chiesa del Rosario, che, eretta nel 1635, ha la modestia di un barocco povero che si contenta di un timpano risecato e di un fascio di raggi d’oro, il palazzo dei Marenzi compone 1’ armonia sentimentale di Piazza Vecchia, che fu la piazza maggiore di Trieste prima di essere spodestata da Piazza Grande, più vicina al movimento del porto. Nella chiesa del Rosario è una pregevole tela di Sante Peranda, allievo