266 LA JUGOSLAVIA ECONOMICA mania, questa non potè sviluppare — in questo periodo — tutta quella attività, che svolse invece negli ultimi mesi del 1921, e questo precisamente per mancanza del Trattato Commerciale, sicché le merci germaniche pagavano la massima tariffa doganale. Il Commercio d’esportazione subì, negli ultimi tre anni, parecchie fasi. Lo sviluppo di questo ramo del commercio estero dipendeva dal modo di pensare, in materia commerciale, dei Governi che si succedevano a Belgrado, ossia dalla loro politica commerciale-finanziaria, che prendeva sempre una rotta diversa in seguito ad ognuna delle frequenti crisi ministeriali. Fino alla fine del primo trimestre 1921, la caratteristica della politica commerciale jugoslava fu : ostacolare con qualsiasi espediente, o rendere difficile, od anche impossibile l’esportazione. Erano all’ordine del giorno il sistema dei permessi d’esportazione (sistema di nepotismi scandalosi e senza scrupoli), dei divieti d’esportazione, dei contingentamenti, degli altissimi ed insostenibili dazi d’uscita. È chiaro che tali sistemi antieconomici e punto corrispondenti al rinnovamento della ricchezza del Paese, con un continuo peggioramento dei mezzi di comunicazione e di trasporto, dovevano causare gravi perdite ed aumentare, anzi che diminuire, il disordine e la disorganizzazione economica del Paese. Appena nel mese di marzo 1921 si ritornò alla ragione e si applicò una nuova tariffa doganale per l’esportazione, che — con la sua mitezza — permise una esportazione dei prodotti jugoslavi su vasta scala. Riportiamo un prospetto comparativo del commercio d’esportazione, per ciò che concerne le qualità di merci, per gli anni interi 1920 e 1921: